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Una Euro-bomba se l’ombrello nucleare USA crolla?

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By Thalif Deen

NAZIONI UNITE (IPS) – L’atteggiamento ostile dell’amministrazione Trump verso l’Europa occidentale – e la minaccia di un ritiro dalla NATO, l’alleanza militare composta da 32 membri – segnala il pericolo di perdere la storica protezione dell’ombrello nucleare statunitense sull’Europa.

Jana Puglierin, direttrice dell’ufficio tedesco dello European Council on Foreign Relations, ha dichiarato: “Trump potrebbe volere o meno uscire ufficialmente dalla NATO, ma ha tutti i mezzi per minarla dall’interno”.

L’ostilità di Trump verso la NATO si estende anche ai ventisette dell’Unione Europea (UE), definita come un’istituzione creata “per fregare gli Stati Uniti”.

Nell’attuale clima politico, si diffonde la speculazione su chi potrà offrire protezione nucleare all’Europa occidentale: il Regno Unito e la Francia riusciranno a garantire una deterrenza sufficiente? Oppure Paesi come Germania, Polonia e i Paesi nordici saranno costretti a dotarsi di armi nucleari?

Il New York Times ha riportato lo scorso mese che il Primo Ministro polacco Donald Tusk, alla luce della lunga storia di occupazione russa del suo Paese, potrebbe in futuro decidere di sviluppare un proprio arsenale nucleare.

Secondo la Federation of American Scientists (FAS), delle circa 12.331 testate nucleari nel mondo, circa 9.604 sono operative e pronte all’uso tramite missili, aerei, navi e sottomarini. Le restanti, sebbene ritirate, sono ancora relativamente integre e in attesa di essere smantellate.

I nove Stati dotati di armi nucleari sono: Regno Unito, Stati Uniti, Russia, Francia, Cina, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele.

Il Regno Unito e la Francia possiedono in totale solo 515 testate nucleari, a confronto delle circa 3.700 testate operative degli Stati Uniti, con ulteriori 1.300 in fase di disattivazione.

Tariq Rauf, ex Capo del Dipartimento Verifica e Politiche di Sicurezza dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), ha dichiarato ad IPS: “È da tempo che credo che i membri europei della NATO abbiano fallito nell’integrare la Russia in una comune architettura di sicurezza europea”.

È preoccupante che alcuni dei nuovi membri della NATO, ex Paesi del blocco orientale, abbiano cercato una sorta di rivalsa per i torti subiti dall’URSS, finendo per provocare Mosca e alimentare la sua aggressività.

“Ora i nodi sono venuti al pettine: è in corso una guerra combattuta da tre anni. Il disimpegno degli Stati Uniti dall’Europa era già previsto da tempo. Trump è solo l’ultimo presidente a lasciare che gli europei si arrangino. Ottant’anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, le economie dell’UE prosperano, ma la loro politica estera è ancora confusa. E ora si parla persino di ‘proliferazione amica’”.

Il presidente polacco, osserva Rauf, ha apertamente dichiarato che la Polonia potrebbe sviluppare armi nucleari proprie se gli Stati Uniti non vi installeranno le loro. Sorprendentemente, questa affermazione non ha suscitato preoccupazione né da parte dell’AIEA né da altri Stati, sebbene la Polonia sia firmataria del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) come Stato non nucleare.

Sia la Francia che il Regno Unito continuano a coltivare l’illusione di essere potenze globali e pretendono di offrire una “deterrenza estesa” agli alleati europei, mentre gli USA si defilano.

Nel Regno Unito, il Primo Ministro Starmer sta tagliando fondi alle pensioni e ad altri programmi sociali e di assistenza allo sviluppo per finanziare nuovi sottomarini missilistici nucleari e mantenere un arsenale di circa 260 testate operative.

In Francia, il presidente Macron sta abbandonando la storica politica del presidente De Gaulle e offre apertamente un “ombrello nucleare” francese ai Paesi europei, mentre l’economia ristagna e i problemi sociali aumentano.

La Francia ha circa 300 testate nucleari operative, ma ha chiuso e smantellato in via permanente i suoi siti di test e produzione di materiale fissile per armi nucleari.

Anche la Germania ha cambiato rotta e ospiterà di nuovo missili balistici statunitensi a medio raggio con testate nucleari, così come il Regno Unito, che accoglierà nuovamente bombardieri USA armati di nucleare.

Il sistema del TNP, in vigore da 55 anni, è sull’orlo del collasso. Se ciò dovesse accadere, avverte Rauf, si innescherebbe una cascata di proliferazione nucleare in Europa e nella regione Asia-Pacifico.

Jackie Cabasso, direttrice della Western States Legal Foundation (Oakland, California), ha dichiarato ad IPS che l’idea di una possibile “Eurobomba” circola da decenni, ma ha assunto nuova forza a causa dell’ostilità dell’amministrazione Trump verso gli alleati NATO, spingendo molti a dubitare dell’impegno statunitense all’Articolo 5 del Trattato NATO del 1949.

L’Articolo 5 è il cuore dell’alleanza e prevede che gli Stati membri intervengano a difesa di un alleato attaccato, anche con mezzi militari – incluso, implicitamente, l’ombrello nucleare statunitense.

Nel 2020, Macron propose un “dialogo strategico” sul ruolo della deterrenza nucleare francese nella sicurezza collettiva europea. L’invito è stato rinnovato nel 2022, ma non ha trovato risposta.

Il mese scorso, Macron ha nuovamente proposto di “aprire un dibattito strategico” con i Paesi europei interessati, per esplorare “nuove forme di cooperazione”. Germania, Polonia, Danimarca, Lituania e Lettonia hanno accolto positivamente la proposta, che mira a coinvolgere anche il Regno Unito.

“Le dichiarazioni caotiche di Trump rendono impossibile prevedere le future mosse degli Stati Uniti. Ma qualche indizio lo si trova nel Project 2025, considerato il piano guida per un secondo mandato Trump”, ha detto Cabasso.

Project 2025 propone di “trasformare la NATO affinché gli alleati europei siano in grado di sostenere la maggior parte delle forze convenzionali necessarie per dissuadere la Russia, affidandosi agli USA principalmente per la deterrenza nucleare e altre capacità selezionate, riducendo la presenza militare statunitense in Europa”.

Durante il suo primo mandato, Trump minacciò il ritiro degli Stati Uniti dalla NATO, ma il Congresso americano ha ribadito l’impegno all’alleanza. Nel 2024, ha approvato (con firma del Presidente Biden) una legge – sostenuta da Marco Rubio – che richiede l’approvazione del Congresso per ogni eventuale uscita dalla NATO.

“Credo che sia improbabile, sebbene non impossibile, che un’amministrazione Trump ritiri davvero gli USA dalla NATO”, ha dichiarato Cabasso.

Tuttavia, alla luce della guerra illegale della Federazione Russa in Ucraina e delle sue continue minacce nucleari, un crescente numero di attuali ed ex funzionari e politici europei sta proponendo una forza nucleare autonoma europea.

Una simile mossa violerebbe il TNP e altre normative internazionali. Ma ciò che preoccupa di più è la crescente normalizzazione delle minacce nucleari e la legittimazione della proliferazione.

Mentre tutti gli Stati nucleari stanno aggiornando qualitativamente (e in alcuni casi quantitativamente) i loro arsenali, è in corso una nuova corsa agli armamenti multipolare. Le possibilità di un conflitto tra potenze nucleari crescono. Aggiungere nuovi attori con armi nucleari è una prospettiva davvero spaventosa.

Germania e altri membri NATO dovrebbero respingere ogni tentazione di dotarsi di armi nucleari, rifiutare la dipendenza dalla deterrenza atomica, usare ogni mezzo diplomatico per abbassare le tensioni con la Russia, porre fine alla guerra in Ucraina e avviare negoziati tra potenze nucleari per cominciare un vero disarmo.

Invece di parlare di una potenziale Eurobomba, i leader europei dovrebbero avviare un dialogo su una zona denuclearizzata in Europa, che includa anche la Russia. Difficile da immaginare oggi, ma come diceva Einstein: “L’immaginazione è tutto. È l’anteprima delle attrazioni che la vita ci riserva”.

Rauf ha inoltre osservato che il Trattato per la messa al bando dei test nucleari del 1996 è ancora in sospeso e non è mai entrato in vigore. Anche le moratorie sui test nucleari sembrano appese a un filo. La situazione odierna è più pericolosa – sia per incidenti che per guerre intenzionali – rispetto ai momenti peggiori della Guerra Fredda. Manca una vera leadership politica: le sfide sembrano al di là delle capacità dei leader attuali, che navigano a vista.

È più che mai il momento di abbandonare la retorica bellicosa e ascoltare l’appello del Segretario Generale dell’ONU alla Conferenza sul Disarmo a Ginevra: “L’opzione nucleare non è affatto un’opzione. È una strada a senso unico verso l’annientamento. Dobbiamo evitarla a tutti i costi. L’umanità conta su di noi per trovare la giusta via. Lavoriamo insieme per costruire un mondo sicuro, stabile e pacifico, come ogni persona merita.”

In un articolo pubblicato lo scorso gennaio dallo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), i ricercatori Wilfred Wan e Gitte du Plessis hanno evidenziato che a luglio 2024 la norvegese Kongsberg Defence & Aerospace ha firmato un contratto con l’Agenzia norvegese per il materiale della difesa (NDMA) per sviluppare un nuovo “missile supersonico da attacco”, nell’ambito di un progetto congiunto con la Germania, annunciato per la prima volta nel novembre 2023. Il nuovo missile navale manovrabile, chiamato Tyrfing, dovrebbe essere operativo entro il 2035.

Questo è solo uno dei recenti sforzi – di alto profilo – dei Paesi nordici per potenziare le capacità convenzionali europee e mantenere la stabilità strategica.

Altri esempi includono l’annuncio, a maggio 2024, da parte della Finlandia dell’acquisto di missili JASSM-ER (Joint Air-to-Surface Standoff Missile – Extended Range) dagli Stati Uniti, che si aggiunge alla commessa di F-35 del 2021. Nello stesso periodo, la Svezia ha annunciato la fornitura all’Ucraina di velivoli radar da allerta precoce equipaggiati con il sistema Erieye, che dovrebbe rappresentare un importante “moltiplicatore di forza” per i caccia F-16 ucraini.

Queste mosse riflettono una tendenza più ampia in Europa verso lo sviluppo e la distribuzione di capacità convenzionali avanzate. Gli investimenti in missili manovrabili a lungo raggio e in nuovi sistemi di lancio – incluso il Tyrfing e il previsto dispiegamento in Germania di armi ipersoniche statunitensi – contribuiscono a evocare lo spettro di una “nuova crisi dei missili” in Europa.

previsti potenziamenti dei sistemi europei di navigazione satellitare globale (GNSS) miglioreranno ulteriormente la capacità di localizzare e colpire rapidamente bersagli con questi armamenti.

Per i Paesi nordici – in particolare Finlandia e Svezia, nuovi membri NATO – la guerra in Ucraina ha fornito una chiara giustificazione a questi sviluppi. Essi vogliono dimostrare solidarietà con gli altri membri NATO e rafforzare le capacità convenzionali dell’alleanza per integrare la deterrenza nucleare statunitense.

Tuttavia, queste decisioni hanno molte implicazioni – e rischi – che i leader europei potrebbero non aver pienamente considerato.

Nota: Questo articolo è stato realizzato da IPS Noram in collaborazione con INPS Japan e Soka Gakkai International in stato consultivo con l’ECOSOC.

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