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Comitato per l’insegnamento riguardante le richieste “Niente più guerra” dell’ONU

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di Narin B. Stassis

La scrivente è attualmente vicepresidente del Comitato per l’insegnamento sull’ONU. Ha anche ricoperto il ruolo di dirigente degli studi e dell’istruzione, è un’educatrice di lunghissima esperienza e possiede una laurea magistrale in educazione internazionale conseguita alla Lesley University.

NEW YORK (IDN) – L’Organizzazione delle Nazioni Unite è stata creata con la ferma risoluzione di “salvare le generazioni a venire dal flagello della guerra”. Quest’anno, in occasione del 75esimo anniversario di questa organizzazione mondiale, il Comitato per l’insegnamento sulle Nazioni Unite (CTAUN), ha indetto una conferenza “War No More”, co-sponsorizzata dalla Missione permanente della Repubblica di Corea presso le Nazioni Unite.

La Camera del Consiglio di amministrazione fiduciaria, dove la conferenza si è svolta alla fine di febbraio, ha visto l’ingente partecipazione di 673 persone, la maggior parte composta da studenti di diverse età, da quelli del primo anno di scuola superiore fino a quelli della scuola di specializzazione, insieme a educatori, sia attivi che in pensione, e ad altre persone interessate.

Il programma prevedeva conversazioni secondo lo stile Davos, premiazioni, brevi filmati e trattazione di argomenti tutti correlati al tema “War No More” (“Niente più guerre”).

L’ambasciatore Cho, Rappresentante permanente della Repubblica di Corea (RoK), ha indicato alcuni dei fatti molto famosi riguardanti la penisola coreana e della sua storia radicata negli orrori della guerra degli anni ’50, quando le famiglie furono divise e che rimangono divise ancora oggi.

Ha spiegato come l’effettiva esistenza della RoK è un testamento vivente di “Niente più guerre” e che la sua storia triste è una delle ragioni per cui la Repubblica di Corea è uno dei propugnatori più appassionati della pace.

È seguita una potente conversazione tra Gloria Steinem e il premio Nobel per la pace Leymah Gbowee, moderata dalla personalità mediatica Carol Jenkins, che ha portato avanti la conversazione parlando su “l’apporto delle donne nel mantenere la pace, nel mettere fine alle guerre e sulla partecipazione delle donne in ogni aspetto della pace”.

Steinem ha spiegato come per la prima volta nella storia ci siano meno donne che uomini sull’”astronave terra”, che lei ha attribuito alle società che incoraggiano la dominazione maschile e in alcuni casi la violenza contro le donne.

Il suo risonante commento ha fatto riferimento a: “Dobbiamo ascoltare tanto quanto parlare, sederci in cerchio invece che in gerarchia e celebrare il fatto che noi impariamo dalle nostre differenze, non dalle similitudini.”

Ha detto: “La pace è come un albero, non cresce dall’alto in basso, ma dal basso verso l’alto. Quindi, onorate, rispettate e fate pressione sull’ONU, ma non aspettate l’ONU: fatela voi stessi.”

Leymah Gbwoee ha detto ai partecipanti: “Il significato essenziale di “niente più guerre” è qualcosa che non può essere raggiunto nei corridoi dell’ONU. Noi possiamo solo guidare la prossima generazione attraverso le nostre azioni, le nostre politiche e attraverso il modo in cui noi stessi ci comportiamo.”

Il vincitore 2020 del premio CTAUN Global Citizen Award, in memoria della sua fondatrice Barbara Walker, è stato conferito a Cora Weiss, il cui nome è emerso diverse volte durante le conversazioni della giornata.

“È davvero la nostra leader nata”, ha detto Jenkins, che con Gloria Steinem ha parlato di lei come la pianificatrice della Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza (SCR). L’adorata e la molto rispettata Weiss, nominata per la quinta volta quest’anno per il premio Nobel per la pace, è stata lodata come una vera cittadina del mondo per i contributi alla pace e all’educazione che lei ha dato nel corso della sua vita.

La conversazione Educazione alla pace ed educazione trasformativa è iniziata con Eunhee Jung, fondatrice e presidente di IVECA, che ha parlato dell’educazione trasformativa che è in grado di sviluppare la mentalità delle persone alla consapevolezza di star vivendo in una società globale mantenendo comprensione e senso di compassione, empatia, conoscenza e abilità nella risoluzione dei problemi.

Tony Jenkins, coordinatore della campagna globale per l’educazione alla pace, ha espresso il bisogno di trasformare tutta l’educazione in modo che affronti il problema della predominante cultura della violenza.

Il moderatore, Ramu Damodaran, capo dell’iniziativa di impatto accademico delle Nazioni Unite, ha fatto riferimento alla copia della litografia del 1924 inclusa nel pacchetto di registrazione di Käthe Kollwitz chiamata Mai più guerra (Nie Wieder Krieg).

Ha detto: “Dove trovano il coraggio i 193 stati membri di questa organizzazione di mandare i loro figli e figlie in guerra quando loro, come governi, e così le Nazioni Unite, hanno cercato di tenerli con così tanta cura in una amministrazione fiduciaria?”

La conversazione Le nuove tecnologie, facilitata dallo studente Mark Wood della Columbia University, ha incluso Michael Klare, membro esterno senior, l’Associazione per il controllo delle armi, Eleanore Pauwels, membro senior con il Global Center on Cooperative Security, e Adaora Udoji, giornalista vincitrice di premi, innovatrice mediatica ed esperta di tecnologie emergenti.

La loro conversazione ha enfatizzato l’aumentata velocità con cui le nuove tecnologie stanno venendo sviluppate. Gli esperti hanno discusso su come la guerra stia cambiando con le armi ipersoniche, la cyber-guerra, la guerra spaziale e l’intelligenza artificiale.

Klare ha parlato della paura riguardante “I generali e i creatori di politiche che si stanno precipitando verso l’armamento delle nuove tecnologie, mettendole al servizio della guerra, senza considerarne le implicazioni morali ed etiche sempre crescenti che questo comporta”.

Queste implicazioni potrebbero permettere alle nuove tecnologie di decidere quando le condizioni del campo di battaglia e determinate risposte militari verranno eseguite proprio dalle macchine stesse usando algoritmi incorporati. Questo dilemma etico farà sorgere la questione su chi dovrebbe compiere le decisioni di guerra: le macchine, e non le persone, in base alla faziosità dei programmatori.

La conversazione Pace e sicurezza delle donne si è concentrata su argomenti che sono esclusivi delle donne e su come siano diverse, rispetto a quelle degli uomini, le loro esperienze nelle guerre e nei conflitti.

Il fatto che ci siano 10 risoluzioni sulle donne, sulla pace e sulla sicurezza mostra lo spostamento nel riconoscimento. Dinah Lakehal, Mallika Iyer, Heela Yoon di Giovani donne per la pace e la guida, di GNWP, hanno illustrato il potere delle organizzazioni locali e della società civile che danno vita a queste risoluzioni.

L’inestricabile bisogno e l’importanza dell’educazione alla pace è stata affermata dal moderatore George Lopez, professore emerito di studi per la pace presso l’istituto Notre Dame Kroc.

La discussione sul disarmo è iniziata con il discorso di Lopez su “Un mondo pieno di armi di natura sia convenzionale che nucleare”.

Il sottosegretario generale e l’alto rappresentante dell’Ufficio per gli affari del disarmo Izumi Nakamitsu hanno fatto riferimento al messaggio per il disarmo del segretario generale António Guterres, facendo notare come lui sia il primo segretario generale dell’ONU che ha compilato ed emesso un programma così completo che unisce anche i problemi relativi al disarmo.

Nakamitsu ha sottolineato il bisogno di partnership che rafforzino le collaborazioni, le corporazioni e ha parlato dell’importanza dei giovani. Ha affermato che il segretario generale ha definito i giovani la forza definitiva per il cambiamento.

Randy Rydell, consigliere esecutivo di Mayors for Peace, ha detto che gli effetti dell’armamento nucleare stanno attirando l’attenzione, con venti a oltre 400 miglia orarie, temperature alte al pari della superficie del sole, gli immediati effetti post radiazione, le modifiche genetiche e intergenerazionali e causando cambiamenti climatici con eventualità atmosferiche come la carestia.

Una prestazione stimolante di Camryn Bruno, insignita del titolo New York City Youth Poet Laureate, ha terminato la conversazione.

Un intenso messaggio registrato di Ben Ferencz, che è stato l’accusatore capo nei processi di Norimberga, è stato mostrato prima della conversazione Pace nel mondo attraverso la legge. L’avvocato Jutta Bertram-Nothnagel ha ringraziato Ben per la sua guida nel sostituire la guerra con la legge. James T. Ranney, che ha avuto il ruolo di consigliere nei processi internazionali dell’ex Jugoslavia, ha parlato del bisogno di ridurre le armi, della risoluzione obbligatoria della disputa internazionale e di vari meccanismi di applicazione.

L’ambasciatore Christian Wenaweser, rappresentante permanente del Principato del Liechtenstein, ha offerto una breve storia dei crimini di aggressione e ha spiegato che le persone che si sono riunite nel 1945 e che hanno concordato lo Statuto delle Nazioni Unite avevano in mente di salvare le generazioni future dal flagello della guerra.

In sostanza, lo Statuto dell’ONU, nel 1945, ha definito l’uso illegale della forza contro un altro stato ad eccezione di due circostanze: l’autodifesa in caso di attacco, oppure quando il Consiglio di sicurezza ha collettivamente autorizzato uno stato membro a usare la forza in circostanze speciali.

L’affermazione che ha chiuso la conferenza è stata di Weiss, che ha ringraziato la Missione della Corea per aver co-sponsorizzato la conferenza. “L’umanità ha abolito la schiavitù (in sostanza). L’umanità ha abolito il colonialismo. L’umanità ha abolito l’apartheid. L’umanità ha abolito la proibizione del voto alle donne. Dunque, perché non abolire la guerra?”, ha chiesto.

Foto: Leymah Gbowee, premio Nobel per la pace, Gloria Steinem, autrice attivista e Carol Jenkins, CEO di ERA Coalition alla conferenza War No More, 28 febbraio 2020 ONU e una panoramica della conferenza. Credito: CTAUN / Don Carlson

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